Nota d’autore |
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“Strano… sento nostalgia…di… di cosa? è un sentimento strano; sono qui a Napoli, nella mia patria natale e sento nostalgia ..di Buenos Aires… strano”. Sono le battute finali della nostra protagonista, costretta a lasciare l’Argentina per ragioni politiche e riprendere la via dell’Italia. Dicono che succede spesso a quelli che sono ritornati nella patria d’origine. Vissuti per anni nella nazione in cui sono emigrati per disperazione, miseria o altro, ritornati alla madre patria, avvertono forte la nostalgia della seconda patria, un impellente desiderio di ritornarvi… e se non sono troppo vecchi e malandati, riprendono la via del ritorno al contrario. Il senso di frustrazione per il distacco dalla madre patria li ha tormentati per anni, ma decidendo di farvi ritorno, vanno incontro ad una amara delusione; non hanno calcolato che gli anni passati nella seconda patria hanno inciso profondamente sulla loro psicologia. Varie le ragioni: il lavoro, il miglioramento economico, il lento adeguarsi ad abitudini e usi locali, le amicizie consolidate, la crescita dei figli che hanno conosciuto solo quella patria, e mettono radici senza nostalgia di terra lasciate alla spalle. Conseguente la scelta del titolo: “NAPOLI BUENOS AIRES ANDATA E RITORNO”. LA TRAMA. La nostra protagonista, insieme alla madre, lascia la Napoli caotica del dopoguerra, ed approda a Buenos Aires, attratta dalla “favola dell’America” o almeno dalla speranza di una vita migliore. E’ l’epoca della seconda emigrazione; nella traversata non si canta più “Santa Lucia lontana” ma “Tammurriata nera” e “Simmo ‘e Napule paisà”, come non si trascinano più fagotti, mappate, ma valigie di cartone. Sistemata in un palazzone popolare, trova lavoro e inizia la sua attività di cantante e ballerina di tango, consigliata e aiutata da una celebre diva del teatro e del cinema: Tita Merello, che incontra come “spettatrice casuale” durante una esibizione teatrale in un cortile per una festa di beneficenza italiana. La Merello folgorata dalla interprestazione della Nostra di Filumena Marturano, in quella occasione, la avvicina e da lì nasce una amicizia preziosa. Vivacchia alla meno peggio con piccole formazioni orchestrali, trova l’amore. Dapprima è presa da una infatuazione per un maestro di tango, di breve durata per il carattere prepotente e vanesio dell’uomo, prototipo di macho argentino, poi un amore vero, con un pianista e compositore, anche lui oriundo italiano, della famiglia dei musicisti D’Arienzo. Con l’uomo scopre, in tutti i suoi aspetti, paesaggistici e culturali, la città Portena e comincia ad amarla. È la stagione d’oro per il tango; la musica gode di ampio favore popolare, e il gradimento delle classi al potere. È considerato il ballo nazionale. Trionfano le orchestre di Juan D’Arienzo, Osvaldo Pugliese, Anibal Troilo, cantanti come Moran, Goyeneche, Julio Sosa, Susana Rinaldi, Manolita Poli, la Merello (la Lemarque è in castigo per uno sgarbo ad Evita Peron). Comincia a farsi strada Astor Piazzolla. La loro storia si intreccia con le vicende politiche dell’Argentina; mentre è in auge Peron gli italiani sono bene accetti. Alla caduta di Peron, la situazione cambia; prendono il potere i militari, iniziano le persecuzioni e non si fanno distinzioni fra le nazionalità. E ci sono problemi anche per il tango. I conservatori, sempre più agguerriti, osteggiano la musica popolare e i nostri protagonisti sono costretti a lunghe tournée in tutto il Sud America, aspettando tempi migliori. ..Ma quando la dittatura dei militari si fa più oppressiva, i nostri decidono di tornare in Italia con l’appoggio di un console benemerito. A Napoli la donna non ritrova più la città che aveva lasciato. Amici dispersi o morti, la città più violenta e soprattutto indifferente alla loro storia e alla loro musica. Da qui una struggente nostalgia di Buenos Aires, per i suoi caffettucci, le sue avenide, il tango, il “profumo della città”. Borghes scrive: ” la città è come le mie viscere” e la donna, che sente ormai Buenos Aires “come le sue viscere”, attende tempi migliori per farvi ritorno. Alla protagonista dà voce Fatima Scialdone, ricca dell’esperienza dei numerosi viaggi in Sudamerica coi suoi spettacoli; come di consueto, alterna la prosa con canzoni, canzoni napoletane e canzoni argentine, eseguite in lingua originale o tradotte in lingua napoletana; “lingua” che arricchisce e colora di lampi popolareschi il “parlato” della donna, e tratteggia in modo gustoso il personaggio della madre. La Scialdone è accompagnata al piano dal Maestro Andrea Bianchi, che ha elaborato anche l’arrangiamento delle musiche e si avvale della partecipazione straordinaria di Daniela Demofonti e Eduardo Moyano. Nota dell’autore: La voglia di affermarsi in un nuovo paese e la nostalgia della seconda patria, sentimento comune in tutti gli emigranti di qualsiasi razza e nazionalità, qui anche nella malìa del tango. E’ lo spettacolo ”Napoli-Buenos Aires”, scritto da Fernando Pannullo,che ne cura anche la regia in collaborazione con la protagonista Fatima Scialdone. Lo spettacolo trae ispirazione dal fenomeno della nostra seconda emigrazione verso l’Argentina, con riferimenti al tango ed alla sorte degli artisti dopo la caduta di Peron, con Tita Merello, interprete indiscussa di Filumena Marturano di De Filippo a Buenos Aires, e con un riferimento storico attento anche alla grande difficoltà degli italiani a rientrare in Patria, cosa che per molti ritrovò nel Console italiano Calamai un grande benefattore. Il monologo, che alterna momentidi grande divertimento a momenti di forte emozione, e’ accompagnato da canzoni napoletane e canzoni argentine, eseguite in lingua originale cantate e citate e da Tanghi della più alta tradizione ballati ed interpretati. Alla protagonista dà voce Fatima Scialdone, ricca dell’esperienza dei numerosi viaggi per i suoi spettacoli in tutto il mondo e soprattutto in Sudamerica grazie alla collaborazione da più di dieci anni con Ministero Affari Esteri; come di consueto, alterna la prosa con canzoni, napoletane ed argentine, eseguite in lingua originale o tradotte in lingua napoletana; “lingua”che arricchisce e colora di lampi popolareschi il ” parlato” della donna, e tratteggia in modo gustoso il personaggio .La Scialdone è accompagnata al piano dal maestro Francesco Bancalari , che ha elaborato anche l’arrangiamento delle musiche e si avvale della partecipazione straordinaria di due grandi artisti e ballerini di Tango: Eduardo Moyano ( qui in versione anche di attore e cantante ) e Cinzia Lombardi Lo spettacolo ha debuttato a Roma in anteprima nazionale al Circolo del Ministro degli Affari Esteri 25 /04 /2011 Giugno 2010: Prima nazionale ” Estate Romana” Fontanone al Gianicolo Gennaio 2011 Roma Teatro Golden – Spettacolo e Milonga in palco Nel progetto artistico di ATM e Associazione culturale ” TangoEventi lo spettacolo è seguito da una serata di ” Milonga” aperta al pubblico |